Marzo 2023. I primi provvedimenti del Governo Meloni e il richiamo alla moderazione da parte dei mass media

Mi pare già di intravedere dentro le reazioni indignate se non scandalizzate alle bozze di primi provvedimenti messi sul tavolo dal governo Meloni una certa tendenza serpeggiante, tipicamente italiana, imbonente, edulcorante, che invoca la moderazione come requisito necessario per l’azione di ogni Governo, anche di questo.
Si tende a dare per scontato che il requisito debba in qualche modo informare i principi attuativi e di condotta dei nostri governanti, quali che siano la loro estrazione ed i loro trascorsi. Chiunque salga i gradini di Montecitorio e poggi la cartella sullo scranno, come colto da improvvisa folgorazione, non potrà esimersi dal condurre le redini dello stato senza essere folgorato dalla illuminazione e dalla moderazione, che si stenderà sul suo operato “ex machina” come coscienza collettiva.
Forti di questo sottinteso paradigma della pubblica opinione, che pare in queste settimane ben troppo facile allo spavento, gli opinionisti, alla nuova Premier che s’accinge a governare, raccomandano temperanza, saggezza, integrità e moderazione, soprattutto moderazione.
Ora…
Lasciamo perdere la storia pre-repubblicana, quindi in un sol colpo sentiamoci pure autorizzati a depennare dalla lista Camillo Benso, Quintino Sella, Costantino Sonnino, Alfonso La Marmora e persino Giolitti con le sue appendici liberal-conservatrici tanto decantate dai posteri.
Concentriamoci solo sulla nostra storia repubblicana, tanto per evitarci mal di testa e imporci sforzi di indagine su periodi antidiluviani.
La domanda é sempre la stessa: chi potrà suggerirmi il nome di un solo uomo che abbia nell’arco di tutto il periodo incarnato l’idea regolativa di una Destra illuminata e moderata in Italia?
Necessariamente, prima dell’uomo, per individuare un profilo che sia papabile e spendibile per la consustanzialità all’idea, sarà giusto circoscriverla, quest’idea regolativa, affinché si possa determinare i crismi che siano atti a predisporre un perno all’identità e alla coscienza di Destra.
Idea che, concediamolo pure, non dovrà necessariamente aver già dispiegato per intero le sue predicazioni in effetti comprovati da un’azione politica tangibile nel corso della prassi governativa nazionale, altrimenti non saremmo autorizzati a parlare di “idee regolative”, cioè di idee che implicano una tensione alla realizzazione, idee che sono alla base delle intenzioni, idee etiche, insomma. Basteranno anche solo quelle.
Intanto, la pre-determinazione di un certo periodo storico che ho imposto alla ricerca, non del tutto arbitrariamente, esclude già non solo l’esperienza della Destra Storica, che pure ebbe lungo corso durante il periodo post – unitario e regio, ma anche quella fascista che, per forza di cose e “obtorto collo” persino dagli attuali inquilini di maggioranza di Montecitorio é stata recentemente declassata a “degenerazione totalitaristica” e antidemocratica dell’idea di base.
Ma qual é l’idea di base?
Credo a questo punto che sia più conveniente ragionare per esclusione:
non potrà essere cardine di un comportamento di destra la caratteristica attitudine anti-bolscevica, anti-sovietica, anti-comunista che per necessità ha corroborato tutto il Novecento, perché fisiologicamente dovrei configurare questo carattere, seppure dominante, come identificativo della pars destruens non solo di un’idea di Destra, ma anche di un’idea e di una condotta di centro, e addirittura di certa Sinistra parlamentare della Prima Repubblica.
E poi, così facendo, condannerei troppo anticipatamente la Destra degli ultimi trent’anni e passa, che non ha più avuto sulle spalle l’onere di dover resistere al Comunismo.
No, non farò dell’idea regolativa della Destra una mera opposizione alle idee della Sinistra più radicale. A maggior ragione perché la Sinistra più radicale non esiste più. Voglio che l’idea della Destra illuminata si regga in piedi da sola e cammini con le sue gambe.
Ho sfrondato abbastanza, comincio ad aggiungere, perché aggiungere mi aiuterà ad escludere, e alla fine, anche ad individuare. Aggiungerò attingendo per quanto si può alle istanze più tradizionali che il pensiero di Destra propugna e sostiene, lavorando per astrazione, per generalizzazione, come si fa quando si discorre di massimi sistemi.
Una Destra illuminata é senz’altro conservatrice, ma non é reazionaria.
Il che vuol dire che la difesa del valore della tradizione e dell’esperienza storica contro le idee progressiste e innovatrici che animano il dibattito in seno al consesso sociale non dovrà mai degenerare in un atteggiamento di ostilità e chiusura ermetica, o peggio a deragliamenti verso posizioni nostalgiche o revisionistiche. Non solo. Una Destra illuminata non potrà chiudersi a riccio contro le istanze riformistiche che la società civile richiede come necessità primarie. Dovrà ascoltarle e, se ritiene, accoglierle.
Una Destra illuminata é senz’altro liberista, ma non é affarista.
Difende la libera iniziativa ma al contempo si guarda bene dall’ impantanarsi dentro imbarazzanti e men che mai macroscopici casi di conflitto fra l’interesse privato e quello pubblico.
Una Destra illuminata é senz’altro nazionalista, ma non é isolazionista ne sovranista.
Per forza di cose, non per scelta ideologica. Questi concetti sono oramai ottocenteschi, suvvia!
Una Destra illuminata é senz’altro sociale, ma non é populista.
Si cura cioè di bilanciare la libera iniziativa economica con la difesa delle tutele fondamentali e dei diritti delle cosiddette “classi subalterne”. Ma garantisce al contempo che tale tendenza non degeneri in atteggiamenti anche solo mascheratamente demagogici. Non smette mai cioè di “parlar chiaro” sulle rinunce ed i sacrifici che attendono il Paese per far fronte alle emergenze economiche e sociali che la politica é chiamata se non a risolvere, quantomeno ad attenuare.
Una Destra illuminata é senz’altro gerarchica, ma non ricorre al manganello.
Propugna uno stato forte e verticistico, efficiente ed interventista, ma non autorizza mai l’uso indiscriminato e strumentale della repressione sulle libertà di pensiero e di espressione.
Una Destra illuminata é senz’altro laica.
Difende i valori tradizionali e ostenta una certa refrattarietà ad accoglierne e ad istituzionalizzarne di nuovi, tuttavia non utilizza questa contiguità alla linea della protezione della “famiglia tradizionale” per raccattare il consenso dei cattolici.
E adesso che abbiamo tratteggiato le linee di una presunta identità moderata della Destra, che abbiamo definito “illuminata”, che somiglia tanto a quella invocata dalla pubblica opinione e da molti “colonnisti” dei quotidiani nazionali, non resta che fare un elenco di incarnazioni in uomini e correnti che di tali principi hanno fatto la propria battaglia nel corso della storia repubblicana.
Il Movimento Sociale Italiano é diventato partito politico nel 1972, proponendo programmi d’ispirazione inequivocabilmente neofascista, permeati di scetticismo verso il libero mercato e predilezione verso una conformazione organicistica della società che esaltasse la forma corporativista della propria struttura. Lo stato é il corpo, le associazioni di categoria sono gli arti. Almirante, De Marsanich, Romualdi, tutti militanti dichiarati del Regime, ex attivisti o funzionari dell’RSI. Tutt’altro che moderati.
Il Partito Monarchico dei vari Lauro, Moscati, Sansanelli merita una menzione nella storia delle declinazioni del pensiero di Destra, perché al di là di ogni ragionevole dubbio l’ha a lungo ospitato e profuso nelle sue dichiarate spinte restauratrici, ma non mi si verrà certo a dire che quelle istanze liberal-conservatrici possano assurgere a sintesi di un pensiero anti-radicale.
Fiamma Tricolore nasce dalla costola estremista e neofascista dell’appena disciolto Movimento missino, in concomitanza con quella cosiddetta “svolta di Fiuggi” del 1995 che indirizzò la Destra verso l’arco Costituzionale e la “normalizzazione”. Pino Rauti raggruppa allora i dissidenti in seno alla rifondazione di quella Destra “tradita” dal nuovo corso, e con loro fonda un partito frondista in quanto dichiaratamente neofascista. Andiamo avanti.

Alleanza Nazionale e il lavoro di cui certo non si potrà negare lo stacanovista zelo di Gianfranco Fini, il “normalizzatore” della Destra italiana. Operazione che consentì al movimento di inglobare associazioni minori di origine democristiana o addirittura socialista, ma anche di aprire ad alcune aree del conservatorismo liberale laico che avevano quasi sempre preso le distanze dal movimento missino e dalle sue fondazioni giudicate troppo radicali. La “svolta di Fiuggi” e la ricusazione (per la verità non troppo conclamata) delle istanze progettuali neofasciste, ma non delle radici ideologiche del movimento, la virata governista di un partito che converge verso un centro-destra conservatore e liberale. Questa la Destra che raccoglie il più ampio consenso elettorale della storia repubblicana sino a quel momento. Al suo interno muovono e prendono corpo anime distinte: una certamente missina, la seconda cattolica – conservatrice, la terza laica – liberale. La prima delle tre anime resta indubbiamente quella preponderante.
Forza Italia, il partito – azienda di Berlusconi, almeno nelle intenzioni, all’alba della Seconda Repubblica, sembrò finalmente poter incarnare l’idea di una Destra moderata, filo – europeista, liberale.
Stendiamo un velo pietoso su quanto é accaduto in seguito, e su come le speranze riformiste dei moderati che avevano in coscienza deciso di sostenerlo siano miseramente naufragate durante le reggenze del Cavaliere, e anche dopo.
Liberalismo lacunoso e vacuo da un lato, populismo iracondo e infruttuoso dall’altro. La Lega Nord che inaugura il suo programma di espansione nazionale e spiana sul nuovo Millennio il nuovo nome “Lega”, orbato del prosciugato provincialismo secessionistico, e che si nutre del malsano presenzialismo ubiquo del suo Segretario formato social dai toni incendiari. Transeat.
Sarà necessario precisare in questa sede che chi scrive riterrebbe non solo innecessario, ma quantomeno irriguardoso e svilente ai fini della ricerca passare in rassegna frange estremiste che rasentano il parossismo e l’inqualificabilità politica, quali Forza Nuova, Lealtà e Azione, Fronte Nazionale, e via dicendo su su fino a Casapound e compagnia marciante (per carità!).
Eccoci giunti a Fratelli d’Italia, il partito di Destra che ha trionfato sul Centro-Destra alle ultime elezioni.
Programma del partito al punto 1 “Sostegno alla natalità e alla famiglia”:
Cit. La famiglia é l’elemento fondante della società e ciò che rende “una Nazione veramente sovrana e spiritualmente forte” (Giovanni Paolo II).
Non voglio nemmeno prendermi la briga di verificare l’attendibilità della citazione, in questo caso direi che la fonte sovrasta persino il contenuto della notizia. Ubi maior…
Bene. Il buongiorno si vede dal mattino. Sarà necessario continuare a sfogliare il programma per ricavarne altre gemme da portare al nostro collier?
Signori opinionisti, gentili operatori del settore della comunicazione, cordiali ed affezionati politologi e cronisti politici, una Destra illuminata nella nostra storia recente non s’é ancora fatta carne in uomini di Destra, e non é esistita se non nelle speculazioni teoretiche e negli auspici di alcuni nostri teorici della Destra.
Eccone uno su tutti:
“Montanelli, quando si é incarnato questo suo ideale di Destra, se si é mai incarnato?”
“Ecco, nella storia della nazione italiana, perché prima é inutile andare a rivangare, io vedo pochi uomini all’altezza della qualifica di una Destra illuminata, che non solo accetta, ma vuole le riforme. Io non credo che lo fosse Cavour, che certamente non era uomo di destra. Il suo connubio lo dimostra, la sua disinvoltura nelle alleanze politiche lo dimostra. Certamente di destra era Ricasoli, certamente era Giolitti, uomo che diede il suffragio universale, e che riconobbe il diritto di sciopero. Certamente uomo di destra era De Gasperi, e adesso non vorrei scandalizzare la gente, ma uomo di destra per il concetto che aveva dello Stato era Togliatti. E questo dimostra che si può essere uomini di destra anche a sinistra. La Destra é una regola di comportamento, una regola morale di comportamento.”
“Eppur si muove”, programma televisivo RAI, puntata n. 10 (17/04/1994).
Le ultime elezioni le ha vinte la Destra. Non il Centro-Destra, non la Destra Illuminata, ma la Destra più tradizionalista e conservatrice, perché di altre non ce n’é.
È una Destra conservatrice e anche reazionaria, liberista e anche affarista, nazionalista e anche sovranista, sociale e anche populista, gerarchica e anche “manganellara”, laica ed anche filo-cattolica.
Chi l’ha eletta le sue politiche radicali desidera veder dispiegate in azione, perché l’aspetto radicale della Destra, nella storia repubblicana, ha da sempre contraddistinto il suo corso.
Adesso quella Destra, e non quella che voi auspicate, é al governo del nostro Paese.